CastelliDiCarta

Edizione 2011

Toh! Chi incontro in biblioteca

Le biblioteche appartengono a spazi quali stazioni, piazze, giardinetti, pensiline, spiazzi dei supermercati, centri di raccolta rifiuti. Solo chi non le frequenta crede che esse siano luoghi per cercare libri e riviste, per leggere e studiare. Il vero habitué delle biblioteche le frequenta invece perché sono luogo di incontro per professori ciarlieri o pallidi studiosi solitari o inconcludenti studenti fuori corso. Le indignate discussioni sul vergognoso scadimento della cultura con l’addetto dell’emeroteca, la confessione appena sussurrata delle proprie ansie per l’inarrestabile avanzare delle nuove tecnologie, il voluttuoso corteggiamento della bibliotecaria del bancone prestiti è il fine e il mezzo di chi cerca l’incontro in biblioteca. Per i buongustai, la biblioteca è, da sempre, un ovattato tea room, tappezzato di libri, dove sfogliare i giornali e salutare nel silenzio i propri complici solo con un muto cenno d’intesa. Un’accogliente pensione familiare, impreziosita da volumi in marocchino; un villino dove riposare tra una conversazione e l’altra. Enciclopedie, tomi, volumi, riviste, giornali, luci velate non sono che la scenografia di un tempio per muti incontri, ammiccamenti silenti, conversazioni soffuse, rese più eloquenti dalla frequentazione assidua, conventuale. E poi un giorno, toh! Chi si vede in biblioteca: non il professore incartapecorito, non lo studente sempre con l’infradito, non l’addetta alle pulizie dal linguaggio indecifrabile, ma la ragazza dagli occhi viola, persa di vista dopo il liceo: persa per sempre. «Virtuosa di violino»! Confessa l’addetto agli audiovisivi. «La incontro per le registrazioni di Serkin e Celibidache. Incontri fuggitivi, s’intende. Lei mette la cuffia e poi più niente».

I vincitori

A partire da dicembre sarà possibile ritirare gratuitamente i libricini contenenti i testi vincitori del concorso presso la Biblioteca cantonale di Bellinzona.

Immagini

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